In occasione degli Stati generali della Green Economy, il summit promosso dal Consiglio Nazionale della Green Economy, sono state presentate le 11 proposte di misure prioritarie per ottimizzare il rapporto costi/benefici della transizione ecologica.
Tema di quest’anno degli Stati generali è “L’economia di domani: una green economy decarbonizzata, circolare e rigenerativa”. In questo contesto, sono state presentate 11 misure per ridurre i costi e aumentare i vantaggi economici dell’economia circolare.
Vediamole nel dettaglio:
1. Semplificare, rendere brevi e certi i tempi per le autorizzazioni: durata e complessità delle procedure amministrative non devono rappresentare un ostacolo alla transizione ecologica.
2. Approvare anche in Italia una legge per il clima: la mancanza di un quadro normativo preciso in Italia ad oggi aumenta incertezza e costi; occorre stabilire un riferimento normativo medio e a lungo termine, coerente con i target europei vincolanti al 2030.
3. Approvare una legge per la tutela del suolo con misure di adattamento: l’aumento della frequenza degli eventi meteorologici estremi rappresenta un problema che va arginato con misure aggiornate al nuovo e cresciuto livello dei rischi, per rafforzare la prevenzione del dissesto idrogeologico e l’adattamento al cambiamento climatico.
4. Attuare una riforma della fiscalità in direzione ecologica: una revisione del sistema fiscale dovrebbe adeguarsi alla disciplina europea per la riduzione progressiva delle emissioni di gas climalteranti, riducendo la tassazione sui redditi per imprese che investono in prodotti verdi.
5. Accelerare la produzione di energia da fonti rinnovabili e l’elettrificazione nei trasporti, negli usi civili e nell’industria: occorre aumentare le rinnovabili, arrivando a 10/12 GW di nuovi impianti per rinnovabili elettriche installati annualmente in Italia, dai 3 GW del 2022.
6. Introdurre un sistema efficace di incentivazione per l’efficienza energetica degli edifici: l’obiettivo è raddoppiare le ristrutturazioni energetiche annue degli edifici entro il 2030.
7. Rafforzare la circolarità di produzioni e consumi: attraverso il potenziamento della capacità di trattamento, recupero, riciclo e il riutilizzo; valorizzando l’impiego di residui della produzione, semplificando le procedure per la cessazione della qualifica di rifiuti dopo idoneo trattamento di riciclo e rafforzando gli sbocchi di mercato delle materie prime seconde; riducendo la dipendenza dall’importazione di materie prime critiche; rendendo più efficiente e circolare l’utilizzo dell’acqua.
8. Rafforzare le imprese nazionali con un Piano Nazionale di sviluppo delle filiere produttive per la transizione ecologica: tale piano deve prevedere interventi di riconversione e riqualificazione, migliorando l’efficacia dell’utilizzo delle risorse comunitarie.
9. Aumentare la quantità e migliorare la qualità del lavoro e aggiornare le competenze: occorre adeguare i sistemi di riqualificazione professionale per i lavoratori attivi nelle filiere tradizionali e dedicare un fondo pubblico alla formazione e riqualificazione del lavoro, rendendo accessibile una rete di competenze di esperti.
10. Migliorare l’accesso ai finanziamenti e l’attrazione degli investimenti: le startup devono avere un accesso semplificato ai finanziamenti, le garanzie per il finanziamento di progetti ad alto contenuto innovativo devono essere rafforzate e devono essere previste agevolazioni ai nuovi insediamenti industriali per lo sviluppo delle produzioni per la transizione ecologica.
11. Potenziare la ricerca e l’innovazione: sostenendo la ricerca, il consolidamento degli operatori attivi e il supporto tecnico alle pubbliche amministrazioni.
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Foto di Danist Soh su Unsplash
