Dal 1° gennaio 2024 è partita l’applicazione effettiva della CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive).
La direttiva interesserà le grandi imprese con oltre 500 dipendenti già soggette alla direttiva sulla rendicontazione non finanziaria, con scadenza 2025.
La Corporate Sustainability Reporting Directive prevede la divulgazione di informazioni a carattere non finanziario, stabilendone le relative modalità di comunicazione.
La direttiva ha il duplice scopo di permettere agli stakeholder la comprensione degli impatti che la società genera in termini di sostenibilità e di come i fattori di sostenibilità influenzino lo sviluppo, le attività e le performance della società stessa.
La rendicontazione si basa sul concetto di doppia materialità: le aziende devono divulgare informazioni su come le attività del loro business influenzino l’ambiente e gli stakeholder e su come i suoi obiettivi influiscano sulla salute finanziaria dell’azienda.
La nuova normativa interesserà tutte le società europee quotate sui mercati finanziari, ad eccezione delle microimprese e tutte le grandi aziende dell’UE non quotate che superino i 40 milioni di fatturato, i 20 milioni di patrimonio attivo e i 250 dipendenti (almeno 2 dei 3 limiti).
Tra le società extra-UE, dovranno rendicontare quelle che generano un fatturato di almeno 150 milioni in territorio europeo.
Nell’UE la CSRD arriverà a coprire quasi 50.000 aziende, invece delle poco più che 11.000 coperte attualmente dalla NFRD (Non Financial Reporting Directive) del 2014.
A differenza della NFRD, che consentiva al singolo operatore di individuare lo standard di rendicontazione, la CSRD richiede espressamente l’adozione di standard “propri” dell’Unione Europea.
Tutte le informazioni divulgate nell’ambito della CSRD devono essere rese pubbliche ed esaminate da terzi incaricati di verificarne l’accuratezza e la completezza.
La direttiva prevede che per i report di sostenibilità venga rilasciata una “attestazione di conformità della rendicontazione di sostenibilità” finalizzata ad acquisire una “limited assurance” sui contenuti.
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