Il 6 luglio 2024 l’Italia fa un passo avanti verso la sostenibilità, viene infatti recepita la direttiva (UE) 2022/2464 (CSRD – Corporate Sustainability Reporting Directive), con Decreto Legislativo approvato dal Consiglio dei Ministri il 10 giugno u.s. che estende l’obbligo di rendicontazione della sostenibilità ad una serie di aziende.
Gli Standard di riferimento sono gli European Sustainability Reporting Standards (ESRS) elaborati
dall’European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG).
Le aziende interessate:
– Dall’esercizio 1° gennaio 2024 (pubblicazione nel 2025) sono tenuti a presentare il report gli enti di interesse pubblico (ovvero banche, assicurazioni e società che emettono titoli quotati) che hanno superato specifici limiti dimensionali.
– Dall’esercizio 1° gennaio 2025 (pubblicazione nel 2026) sono tenute alla presentazione del bilancio di sostenibilità anche le grandi imprese non ancora soggette alla direttiva NFRD (Dichiarazione non finanziaria). Sono considerate grandi imprese quelle che superano almeno due dei seguenti parametri: 250 occupati, ricavi netti per 40 milioni di euro, uno stato patrimoniale di 20 milioni di euro.
– Dall’esercizio 1° gennaio 2026 (pubblicazione nel 2027) sono tenute alla presentazione del bilancio sostenibilità anche le PMI quotate. Queste hanno però la possibilità di posticipare l’adempimento all’esercizio del 2028 se nella relazione sulla gestione indicano i motivi per cui non hanno presentato la rendicontazione di sostenibilità.
– Dall’esercizio 1° gennaio 2028 (pubblicazione nel 2029) l’obbligo di presentazione del bilancio di sostenibilità si applica anche alle imprese estere che generano in Europa un fatturato netto superiore a 150 milioni di euro e che hanno almeno una o più filiali/succursali nel territorio UE.
I Bilanci di Sostenibilità stanno assumendo un ruolo sempre più centrale per le aziende, non solo come strumento di rendicontazione, ma per orientare la strategia in un contesto economico e sociale in continua evoluzione. Per questo, al di là delle scadenze previste, affrontare la rendicontazione di sostenibilità comporta una serie di vantaggi:
1. migliore reputazione dell’impresa e rafforzamento del valore del brand;
2. riduzione dei costi e miglioramento dei processi produttivi;
3. mitigazione dei rischi;
4. innalzamento dello standing creditizio dell’azienda;
5. coinvolgimento dei dipendenti e incremento dell’attrattività;
6. fidelizzazione dei clienti;
7. creazione di una filiera sostenibile con partner e fornitori.
Sebbene l’obbligo per le PMI scatti nel 2026, iniziare a redigere il Bilancio di Sostenibilità oggi permette di:
– affrontare il processo con gradualità acquisendo familiarità con gli strumenti e le metodologie di rendicontazione;
– coinvolgere gli stakeholder e farli partecipare alla definizione degli obiettivi di sostenibilità;
– acquisire un vantaggio competitivo in termini di presidi sul processo di gestione della rendicontazione rispetto a quelle che dovranno partire da zero;
– rispondere oggi alle richieste di partner che necessitano delle informazioni sulla sostenibilità aziendale per redigere i propri bilanci di sostenibilità.
Il team di lavoro di Allaround propone un percorso graduale e step-by-step per ridurre al minimo il processo redazione, adottando al contempo gli standard di rendicontazione internazionale più diffusi al mondo e promossi dal GRI – Global Reporting Initiative anche in interoperabilità con gli standard europei ESRS (European Sustainability Reporting Standard), previsti dalle direttive comunitarie.
Formazione del personale, adeguamento e implementazione delle procedure per la raccolta dei dati e formulazione di un primo report con gli Standard GRI ed EFRAG (per le parti non del tutto a regime).
Predisposizione e redazione del bilancio di sostenibilità con gli Standard ESRS
Il bilancio con gli standard ESRS potrà entrare nella relazione sulla gestione ed essere certificato