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«Se lo sviluppo economico non ci rende anche felici, allora è un falso sviluppo.»

José Pepe Mujica

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NEWS / 12 SETTEMBRE 2024

Nuova direttiva UE per la rendicontazione di sostenibilità

Il 10 settembre 2024 è stato pubblicato il D.Lgs. 6 settembre 2024 n. 125 di recepimento della Direttiva CSR (Corporate Sustainability Reporting).

 

Si tratta di importanti novità riguardanti le informazioni da inserire nel Bilancio di esercizio, riguardanti gli impatti, i rischi e le opportunità legate ai temi ESG.

Rispetto alla situazione attuale, è stato ampliato il perimetro di obbligatorietà. Dal 1° gennaio 2025 si applicherà alle imprese, anche non quotate, che superano almeno due dei seguenti limiti:

 

– Totale attivo dello stato patrimoniale superiore a 25 milioni di euro.

– Ricavi netti superiori a 50 milioni di euro.

– Oltre 250 dipendenti.

 

Successivamente l’applicazione sarà estesa, dal 1° gennaio 2026, alle PMI quotate che comprendono quelle con fatturato superiore a 900.000 euro, attivo superiore a 450.000 euro e oltre 50 dipendenti e, dal 1° gennaio 2028, riguarderà anche le imprese di Paesi terzi (extra UE) che generano ricavi nel territorio dell’Unione superiori a 150 milioni di euro.

 

L’obiettivo è quello di migliorare la trasparenza verso gli Stakeholders, promuovendo pratiche aziendali sostenibili attraverso l’obbligo di fornire informazioni qualitative e quantitative necessarie alla comprensione dell’impatto che l’impresa ha sulle questioni di sostenibilità e del modo in cui tali questioni influiscono sull’andamento dell’impresa e sui suoi risultati.

 

I nuovi obblighi

La CSRD introduce così molteplici obblighi di rendicontazione, da includere in una apposita sezione della relazione sulla gestione. Si tratta di elementi necessari alla comprensione dell’impatto dell’impresa sulle questioni di sostenibilità (impatto inside-out) e di informazioni necessarie a comprendere il modo in cui le questioni di sostenibilità influiscono sull’andamento dell’impresa, sui suoi risultati e sulla sua situazione (impatto outside-in). In particolare, occorre includere:

 

– La descrizione del modello di business e della strategia aziendale utile a comprendere la resilienza dell’impresa in relazione ai rischi di sostenibilità, le opportunità ed i piani finanziari e di investimento, nonché il rapporto con gli Stakeholders e le modalità di attuazione della strategia dell’impresa in relazione ai temi ESG e le relative tempistiche.

– La descrizione del ruolo e delle competenze e capacità degli organi di amministrazione e degli organi di controllo.

– La specificazione delle politiche dell’impresa in relazione alle questioni di sostenibilità e le informazioni su sistemi di incentivi connessi ai temi ESG per i membri degli organi di amministrazione e controllo.

– L’analisi delle procedure di dovuta diligenza e, ove applicabile, la norma rinvia alla Due Diligence Directive approvata dall’Unione Europea nei mesi scorsi (la CSDDD).

– I principali impatti negativi, effettivi o potenziali, legati alle attività dell’impresa e alla sua catena del valore, comprendendo in questo caso anche la catena di fornitura, nonché le azioni intraprese dall’impresa per prevenire o attenuare impatti negativi o per porvi rimedio.

– La descrizione dei principali rischi per l’impresa connessi alle questioni di sostenibilità e la loro modalità di gestione.

– Gli indicatori e KPI pertinenti alla comunicazione delle informazioni di cui sopra.

 

Fonti:

D.Lgs. 6 settembre 2024 n. 125 (GU 10 settembre 2024 n. 212)

Gazzetta Ufficiale

 

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