La finanza per il clima è stato il tema principale nell’agenda della COP29. A Baku il focus è stato il quadro della finanza climatica post 2025. Il nuovo target, in gergo Nuovo Obiettivo Collettivo Quantificato (New Collective Quantified Goal, NCQG), è 300 miliardi di dollari annui dai paesi sviluppati (con il concorso di quelli in via di sviluppo) e 1.300 miliardi da tutte le fonti entro il 2035.
Al di là delle cifre, la decisione sul NCGQ è stata rivoluzionaria. Ha sancito, infatti, che anche i paesi in via di sviluppo sono chiamati a contribuire alla finanza climatica, per quanto è nelle loro capacità. Le immediate critiche a questa linea d’azione sono state numerose.
L’ex candidato alla presidenza degli Stati Uniti, Al Gore, ha sottolineato a tal proposito: Non possiamo continuare a fare affidamento su mezze misure dell’ultimo minuto.
Il think tank italiano ECCO, specializzato in energia e clima, parla di accordo al ribasso sul NCQG.
Mitigation Work Programme
Il Mitigation Work Programme è il programma dedicato alla mitigazione. Si concentra sulle azioni necessarie per limitare l’ulteriore aumento della temperatura media globale, puntando alla riduzione e, infine, all’azzeramento delle emissioni di gas serra.
Il testo di punta sul pilastro della mitigazione del riscaldamento globale non contiene alcun riferimento alla necessità di avviare la transizione dai combustibili fossili, né viene presa in considerazione alcuna soluzione concreta da adottare per tagliare le emissioni di gas serra.
I mercati del carbonio
Alla COP29 di Baku, è stato approvato un accordo sull’articolo 6.4, che istituisce un mercato globale del carbonio regolato da standard internazionali per garantire integrità, trasparenza e funzionamento equo del sistema.
Gli standard non sono definitivi, e sono ancora incompleti: la presidenza ha fatto pressione affinché l’accordo prevedesse la possibilità di rivederli già dall’anno prossimo.
L’accordo sull’articolo 6.4 ha istituito standard globali per i mercati del carbonio supervisionati da un organo ONU (Supervisory Body). Ha inoltre promosso la trasparenza e l’integrità, con l’inclusione di progetti per stoccaggi verificabili e misurabili. Ha introdotto anche nuovi criteri per certificare le riduzioni di emissioni. Tuttavia, non ha risolto molte delle questioni principali, limitandosi a gettare le basi per un mercato più regolamentato.
Il Global Stocktake
Il Global Stocktake (GST) è il bilancio quinquennale sugli impegni nazionali sul clima previsto dall’Accordo di Parigi. È una sorta di bussola per formulare piani climatici su livello nazionale.
L’intesa non ha portato a risultati concreti. Non sono stati previsti processi per monitorare l’attuazione degli obiettivi cruciali, come la transizione dai combustibili fossili alle rinnovabili. Inoltre, manca un legame con le future agende della COP, rendendo difficile l’integrazione di questi obiettivi nei prossimi incontri internazionali.
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